8/6/2004 7.20 13.23 Non sto dando i numeri del lotto, bensì il giorno, il mese, l'anno, l'ora dell'inizio e l'ora della fine, dell'evento astronomico più raro ed interessante che c'è dato vedere.

Se le condizioni meteorologiche saranno favorevoli in quel giorno, potremo assistere al transito del pianeta VENERE davanti al disco del SOLE.

Il primo in assoluto a vedere un transito fu un inglese, il parroco astrofilo Geremia Horrocks il 4 dicembre 1639. I transiti successivi si verificarono il 6 giugno 1761, il 3 giugno 1769, il 9 dicembre 1874, e il 6 dicembre 1882, quindi, è un evento che manca da ben 122 anni!

I prossimi transiti ci saranno il 6 giugno 2012, 11 dicembre 2117, 8 dicembre 2125, 11 giugno 2247, 9 giugno 2255.

Il perché di quest'evento così raro si può spiegare in poche righe. Se l'orbita di VENERE fosse sullo stesso piano dell'orbita della TERRA ogni 583 giorni, cioè ad ogni congiunzione inferiore di VENERE, vedremmo il pianeta transitare davanti al disco del SOLE, invece l'orbita di VENERE è inclinata di 3,5 gradi in confronto all'orbita della TERRA, e proprio per questo motivo durante le congiunzioni inferiori (cioè quando si trova fra il SOLE e la TERRA) transita o sopra o sotto il disco del SOLE.

Per vedere il transito davanti al disco del SOLE, bisogna che VENERE si trovi in congiunzione inferiore proprio nell'istante in cui attraversa il piano dell'orbita del nostro pianeta in modo da creare il perfetto allineamento dei tre corpi SOLE-VENERE-TERRA, e questo può verificarsi solo nei mesi di giugno e dicembre.

schema della congiunzione


Però le congiunzioni inferiori possono avvenire in un qualsiasi mese dell'anno, ma in questo caso non ci sarà il perfetto allineamento dei tre corpi e non è tutto: quando si verifica il transito davanti al SOLE questo può avvenire in un momento qualsiasi nell'arco delle 24 ore quindi per poterlo vedere dall'ITALIA occorre che il SOLE sia sopra al nostro orizzonte ed è proprio quello che avverrà l'8 giugno prossimo, mentre il transito del 6 giugno 2012 non sarà visibile dall'ITALIA perché il SOLE sarà ancora sotto l'orizzonte.

In pratica si tratta di una mini eclisse di SOLE della durata di circa 5 ore senza nessun calo di luce perché visto dalla TERRA il disco di VENERE ci appare 30 volte più piccolo in confronto al disco del SOLE.

Nei secoli passati gli astronomi aspettavano questo evento con grande interesse perché serviva per misurare con una buona precisione la distanza della TERRA dal SOLE.

calcolo della distanza


Il metodo usato era quello della parallasse trigonometrica. Due astronomi si sistemavano ad una grande distanza fra di loro in latitudine, uno nell'emisfero boreale e l'altro nell'emisfero australe, in modo da vedere il dischetto di VENERE proiettarsi su due punti diversi della superficie del SOLE.

Misurando con precisione quella piccola differenza, risalivano all'angolo sotto cui dal SOLE si vedrebbe un segmento uguale alla distanza tra i due osservatori terrestri, e con un'operazione trigonometrica ricavavano la distanza TERRA-SOLE.

Dopo vari tentativi la misura ricavata fu di 149,5 milioni di chilometri. Con le attuali misure radar la distanza TERRA-SOLE risulta essere di 149,6 milioni di chilometri.

Per concludere ritorno ancora una volta sulla pericolosità di osservare il SOLE senza le dovute precauzioni. Per la massima sicurezza, ci vogliono dei filtri speciali da mettere nei binocolo e telescopi in grado di ridurre almeno di 100.000 volte la luminosità dell'astro, ma soprattutto, questi filtri devono bloccare i raggi infrarossi che sono quelli più pericolosi per la retina dei nostri occhi.

Un filtro molto economico potrebbe essere il vetro per maschere da saldatore. Tutti sanno che il telecomando del televisore funziona a raggi infrarossi: mettete il vetro davanti al telecomando e provate ad accendere il televisore. Se si accende non è adatto all'uso, viceversa, potrete osservare il SOLE tranquillamente. L'unico inconveniente è che questi vetri non sono sufficientemente scuri quindi, il disco del SOLE potrebbe risultare un po' troppo luminoso.

Ilario Melandri


(Questo articolo è stato pubblicato sul numero di marzo di "La voce del paese di San Romualdo")


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