La Danza dei Pianeti: 14 maggio 2002












Nelle giornate dell’11 e del 14 maggio 2002 ha avuto luogo un’iniziativa promossa dalle associazioni ALPA (Associazione del Libero Pensiero Astronomico – Ravenna), ARAR (Associazione Ravennate Astrofili Rheyta) e Gruppo Astrofili Faentino G.B. Lacchini e dal Planetario di Ravenna.

L’inverno scorso, attraverso la lettera che accompagna la rivista Astronomia UAI, avevamo appreso che in occasione della congiunzione planetaria di maggio 2002 la UAI invitava tutti i soci e le associazioni affiliate a organizzare star party e osservazioni pubbliche del fenomeno, e la data veniva fissata per martedì 14 maggio 2002.

Per chiarire il tipo di evento che ci si doveva aspettare, possiamo dire che nel periodo da metà aprile fino alla fine di maggio è stato possibile osservare al tramonto e contemporaneamente più pianeti del sistema solare e in particolare il 14 maggio è stato possibile osservare tutti e cinque i pianeti visibili a occhio nudo e noti perciò anche agli antichi (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) accompagnati dalla Luna di 3 giorni di età, una falce molto sottile e con una evidentissima luce cinerea (la luce che la Terra, illuminata dal Sole, riflette verso la Luna e che rischiara la parte in ombra – non dobbiamo dimenticare infatti che in queste condizioni nelle zone scure del disco lunare la Terra appare quasi piena).

La sera di martedì si presentava ideale per l’osservazione e a partire dalle 20, poco prima del tramonto, abbiamo iniziato a sistemate gli strumenti nel campo sportivo di San Romualdo: ad opera dei tre gruppi astrofili sono stati messi in campo non meno di 12 telescopi più un numero imprecisato di binocoli, alcuni montati su cavalletto, altri da utilizzare a mano libera. Alla presenza di pubblico ha sicuramente contribuito l’articolo apparso il giorno stesso su Il Resto del Carlino a firma del dott. Franco Gabici, Direttore del Planetario di Ravenna, che pubblicizzava la serata.

Ad occhio nudo erano perfettamente visibili Venere, Giove e la Luna, in un secondo tempo si è reso visibile Marte, mentre Saturno e Mercurio, molto bassi sull’orizzonte sono stati intravisti e puntati con gli strumenti.

Mercurio ha destato molto la curiosità del pubblico. Nei momenti di calma del seeing la fase prossima al 50% si rivelava molto chiaramente.

Gli anelli di Saturno, pur essendo la visione abbastanza scadente data la bassa altezza sull’orizzonte, hanno suscitato la meraviglia generale, così come le lune galileiane di Giove e le bande equatoriali sul pianeta.

Di Venere abbiamo cercato di far apprezzare il disco planetario non perfettamente rotondo e di dimensioni notevoli, soprattutto se paragonato alla puntiformità delle stelle.

La Luna si presentava come un diadema di crateri, con il Mare Crisium tagliato in due dal terminatore.

Fanalino di coda il pianeta Marte, un minuscolo dischetto rossastro che non ha emozionato molto il pubblico, anche se ci siamo prodigati nella difesa del povero pianeta rosso, raccontando che in quel momento era lontanissimo da noi e che si sarebbe perso preso nei bagliori del Sole, per riapparire visibile di sera fra circa un anno.



* Le immagini realizzate da Ilario Melandri


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